giovedì 30 giugno 2011

«Ci riprenderemo la Maddalena»

Domenica la manifestazione a Chiomonte. Il tam-tam su Internet raccoglie 5 mila adesioni in poche ore. I legali del movimento No Tav denunciano la devastazione del presidio

TORINO - Chi arriverà in pullman, chi in treno, chi in macchina o in autostop. Insomma, il tam tam per la manifestazione nazionale del 3 luglio a Chiomonte è iniziato. Basta andare su facebook per farsi un'idea: in poche ore le adesioni alla marcia sono diventate quasi 5 mila. Ed è prevedibile che, domenica, le persone saranno molte, molte di più. Alla fiaccolata di martedì sera a Susa erano in 20 mila, dietro lo striscione «La valle che resiste e non si arrende». Un lungo serpentone di luci, canzoni e bandiere, ha sfilato per il capoluogo della valle. Tante le famiglie; molti i sindaci e gli amministratori locali con la fascia tricolore

Una cosa era balzata subito agli occhi, la distribuzione della mappa per raggiungere la Libera Repubblica della Maddalena, l'ex fortino No Tav ora in mano a 600 agenti. Quindi, non è perso. Anzi, è l'obiettivo; i No Tav hanno fatto una promessa: «Vedrete, ci riprenderemo la Maddalena». Domenica, ci proveranno. E se non ci riusciranno non sarà una sconfitta, ritenteranno ancora, con pazienza e testardaggine, fino al conseguimento di quello che non è un miraggio: «Sarà dura», urlano in coro. Nel 2005, a Venaus, una grande marcia riconquistò la prima area di cantiere dell'alta velocità. Ora, però, la valle è ancora più militarizzata.
Alberto Perino ha concluso la fiaccolata di Susa lanciando un appello per domenica: «Bisognerà venire con gli scarponi e lo zaino. E magari una maschera antigas, occhialini da piscina e limoni, non si sa mai. Andremo nei boschi per riprenderci la Maddalena. Sarà complicato, è tutto blindato. Noi non abbiamo fretta siamo muntagnin (ha detto ridendo, ndr) e abbiamo il passo calmo. Sarà la prima di una serie di grandi manifestazioni che continueranno fino a quando non riusciremo nel nostro scopo. Già da domenica faremo capire che sarà difficile tenere blindato quel territorio. Tremonti ha detto che non potrà costare più la vigilanza dell'opera stessa. Se no, non vale la pena». È probabile che la partenza della marcia del 3 luglio sia spostata a Susa, una sede migliore per accogliere un grande afflusso di persone, l'arrivo rimarrà Chiomonte e la manifestazione si chiuderà alla Maddalena. Ci sarà da camminare di più , ma la fiducia è alta. Beppe Grillo sarà presente («non vedo l'ora di esserci, tutti dovremmo andare»); Rifondazione con il segretario Ferrero ha subito aderito.

Sul web si alternano messaggi di persone che offrono posti in macchina per raggiungere la valle. Un bel segnale, che giunge nel giorno della nascita di Amelie Marie Maddalena, figlia di una coppia valsusina. L'hanno chiamata così in onore della località di Chiomonte che è diventata simbolo del movimento contro l'alta velocità. E se la commissione Ue spinge l'Italia a siglare l'intesa bilaterale con la Francia sulla ripartizione finanziaria, Gianni Vattimo invita l'Europa a non erogare fondi per un progetto «fatalmente condannato a fallire».

Ieri, alla Maddalena, sono continuati i lavori di recinzione del cantiere per il tunnel di base, scortato da centinaia di agenti. L'assessore alla cultura di Chiomonte, Cristina Uran, si è dimessa in lacrime e in polemica: «La polizia si è piazzata lì, nelle stanze del museo archeologico della Maddalena, senza chiedere neppure il permesso. È troppo». E mentre magistratura e forze dell'ordine visionano i filmati degli scontri per identificare chi ha lanciato sassi e oggetti, i legali del movimento denunciano la devastazione del presidio e delle tende dei manifestanti da parte delle forze dell'ordine: oggetti rubati, urina e feci sulle tende. Scrive notav.info: «I dirigenti di polizia prima hanno dato la colpa ai cinghiali, poi agli operai e infine, con mezza ammissione, hanno spiegato che può succedere. La tenda più grossa, ben sfregiata, è quella del pronto soccorso. Questa è la civiltà e la morale dei "conquistatori" della Maddalena?». Il Movimento cinque stelle di Torino, infine, denuncia l'utilizzo di lacrimogeni contenenti Cs (orto-clorobenziliden-malononitrile): «Un'arma chimica vietata nelle guerre internazionali».

Da il manifesto del 30 giugno

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