giovedì 25 aprile 2013

Il partigiano, 98 anni: «Giovani, ribellarsi è giusto»

25 Aprile, Festa della Liberazione. Intervista a Massimo Ottolenghi del Partito d’Azione. «Speravo che l’indignazione portasse a ripulire le istituzioni dalle caste, non a distruggerle»

Scuote i fogli sopra una scrivania piena di libri. Sospira. «Sono un ragazzo del 1915, un vecchio testardo, figlio del secolo della pianificazione della morte e della desertificazione di tutti i valori. Sono stato e resto un resistente, un democratico in servizio permanente. I partigiani? Non siamo degni di ricordali. E se mi chiedete perché, ve lo spiego. Perché si è pensato a ricostruire il benessere e non gli uomini, si è perdonato tutto. Non si è epurato, si è lasciato che le istituzioni venissero occupate dai partiti, colonizzate dalle caste e dalle mafie. Si è concepita la politica come una carriera, il lavoro come una merce e si è umiliata la Costituzione. Si è, infine, fatto sprezzo e gioco della giustizia, esautorandola e mettendola alla berlina».


[CONTINUA]

Da Linkiesta del 25 aprile