sabato 17 gennaio 2009

Playlist 2008

La si attende tutto l’anno. E quando arriva il momento, se vuoi dare scientificità al cazzeggio ti spremi le meningi. Superata una certa età, magari dici di non voler fare classifiche numerate. Parli di ordine casuale. Ma quale random? Se ti prende da piccolo, come insegna Alta fedeltà, non ti passa più. Quindi anche quest’anno ho stilato la mia playlist.

In cima, l’orchestralità non barocca dei Fleet Foxes, i tempi dispari dei Volcano! e il rumore che ti fa saltare dei No Age. Poi, Micah p. Hinson, ormai una certezza che però non ama sedersi sugli allori, e la raccolta (un tempo non le avrei messe in classifica) di cover di Adem: belle, davvero. Dopo il quintetto di testa: Angil e le Hiddentracks che frulla indie, jazz e hip hop; il neo-folk di Larkin Grimm (scoperta da Michael Gira); l’elettronica psichedelica dei Fuck Buttons; il disco "pop" dei Wire e quello post-qualcosa dei Pit er Pat. Dietro, ma sempre tra i migliori, il genio di Fennesz e quello di Alexander Tucker. Infine, Dodos, per rappresentare un anno che ha praticato "il balzo della tigre": dalle radici verso il futuro. Perché l'indie-rock sembra si rinnovi rispolverando il passato. Nessuna nostalgia, ma ricerca di nuove forme. Il "modernariato folk", allora, può essere una chiave di lettura del 2008.

Fleet Foxes – s/t
Volcano! - Paperwork
No Age – Nouns

Micah P. Hinson - And The Red Empire Orchestra
Adem – Takes

Angil and the Hiddntracks - Oulipo Saliva
Wire – Object 47
Larkin Grimm - Parplar
Fuck Buttons – Street Horrrsing
Pit er Pat – High Time

Alexander Tucker - Portal
Ralfe Band – Attic Thieves
Dodos – Visiter
Notwist - The Devil, You + Me
Fennesz – Black Sea

Runners: Bonnie “Prince” Billy, Bon Iver, Gregor Samsa, Vampire Weekend, Black Angels, Oxford Collapse, Megafaun.

L'inizio del 2009 è, invece, già segnato dagli Animal Collective (Merriweather Post Pavilion). Ascoltare per credere: Summertime Clothes.

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