Perché la casa non è andata a Pawel, il nipote prediletto, l’orecchio assoluto che ora vive in un «labirinto di suoni»? E’ il dubbio di Matylda davanti all’eredità inaspettata. Quella donna spigolosa e superba, anche se era sua nonna, l’aveva vista una volta sola: da bimba, col sedere sopra la torta nuziale della cugina Zosia. E come mai, prima di morire, le ha lasciato l’aristocratica tenuta di Zawrocie? Quali misteri nasconde? Si apre, così, il romanzo d’esordio di Hanna Kowalewska (classe 1960), che nel 1997 fu un best-seller in Polonia e per la prima volta esce in Italia, grazie alla neo-nata Edizioni del Gorgo di Ferrara. A Matylda, che arriva da Varsavia e dagli studi di teatro, quel dono sconvolge la vita. La sua permanenza in provincia si prolunga. Leggendo i diari della nonna, scava nel passato di Alexandra, che negli anni grigi del comunismo viveva come in una torre d’avorio nel culto – magari arrogante – della bellezza. Arriverà a conoscerla, scoprendo che, nel suo gelo, aveva vissuto passioni. E la scelta controcorrente di non lasciare l’eredità a Pawel era stata anche d’amore. Matylda completerà le pagine bianche, cambiando il modo di guardare sé e il mondo. E’lei, che ricorda e tesse le fila del romanzo, che tende e allenta - a ritmi alterni - la tensione narrativa. Lo stile di Kowalewska si fa lirico a Zawrocie e realistico nelle poche fughe in città. Sullo sfondo, una Polonia che cambia nelle contraddizioni del post-comunismo. Una saga familiare, non corale ma introspettiva.
Edizioni del Gorgo, 2008
Da Diario del 6 marzo (n.4, 2009)
Nessun commento:
Posta un commento