mercoledì 24 agosto 2011

No Tav, torna la tensione. Ma la ditta dei lavori è fallita

Giornata di nuovi incidenti in Val di Susa. Sotto il viadotto Clarea ci sono stati forti momenti di tensione, con lanci di lacrimogeni. Il tentativo di allargare l’area del cantiere ha provocato le prime scaramucce. Una manifestante è salita sul braccio di una ruspa, bloccandone le operazioni. Un altro No Tav è stato fermato dalla polizia. Intanto, però, la ditta Italcoge, cui era stata assegnata a maggio la preparazione del cantiere della Maddalena, è fallita. E i lavori fatti finora sono fermi a una rete di recinzione

TORINO - Vacanze prescritte per i No Tav. Anche lontano dai riflettori, la mobilitazione del movimento contro il treno superveloce continua. «Fermarlo si può» ripetono ostinatamente a ogni iniziativa. Sugli alberi o digiunando, bloccando il Tgv o l’autostrada del Frejus, manifestando a Torino o, in Val di Susa, di nuovo davanti alle reti del cantiere del tunnel geognostico – ancora agli albori – dove anche oggi è risalita la tensione con la polizia. Spintoni, manganelli, lacrimogeni, una ragazza è salita sul braccio meccanico di una ruspa, bloccando i lavori di allargamento della recinzione del cantiere. Un altro No Tav è stato fermato. I carabinieri lamentano un ferito a un braccio.

Più si risale la valle, più la presenza delle forze dell’ordine diventa visibile: l’ingresso del cantiere che i No Tav chiamano “fortino” ha un severo check-point all’inizio della strada dei vigneti dell’Avanà. Ma delle trivelle della cooperativa romagnola Cmc di Ravenna, detentrice del maxi-appalto (140 milioni di euro) per la realizzazione della galleria, non c’è traccia. Fino a mezzogiorno del 2 agosto, la recinzione dell’area era a carico della Italcoge, poi è intervenuto il Tribunale di Torino e ha dichiarato fallita la società segusina. Una batosta per i 60 lavoratori – che avevano già allestito 400 metri di recinzione – non per colpa dei No Tav, ma, secondo la sentenza del Tribunale fallimentare, di un debito erariale compreso tra i 4 e i 5 milioni di euro e del mancato pagamento di rate a Equitalia per saldarlo. [Continua]

Da Linkiesta del 24 agosto

lunedì 22 agosto 2011

Torino: la protesta dei piccoli comuni contro i tagli



Tutti a Roma venerdì per evitare la morte dei piccoli Comuni. E' l'appello lanciato dalla piazza degli amministratori locali che oggi si sono riuniti in centinaia sotto la Prefettura di Torino per dire No al taglio dei piccoli Comuni previsto dalla Manovra. "Stiamo organizzando dei pullman, dobbiamo essere in tanti" dicono i sindaci. Sono 597 i Comuni piemontesi sotto i mille abitanti che rischiano la soppressione. In piazza insieme agli amministratori locali, sono presenti i rappresentanti delle quattro associazioni di Comuni che hanno organizzato il presidio, Anci Piemonte, Uncem Piemonte, Associazione nazionale piccoli Comuni e Legautonomie Piemonte, diversi assessori regionali e parlamentari piemontesi oltre al presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta.

Da Repubblica.it, 22 agosto