Solo 600 euro di «premio» alle tute blu. Firmano Uilm e Fim, la Fiom non ci sta
TORINO - Lo strappo di Fim e Uilm si consuma in giornata. Al mattino, a Mirafiori, i sindacati sono ancora uniti, anche a distanza di tre giorni. Di nuovo in sciopero, per reclamare un premio di produzione che non sia mera elemosina. Dai 500 euro della scorsa settimana, la Fiat ha rilanciato fino a 600 (la metà dello scorso anno). L'asticella dei sindacati era, invece, fissata a 800 euro. Ma, col passare delle ore, solo la Fiom la tiene ferma. La Fismic si è staccata ai primi segnali d'offerta, già la scorsa notte. Fim e Uilm firmano l'accordo nel pomeriggio, soddisfatti della cifra che «per la prima volta viene erogata anche ai lavoratori in cassa». Un accordo impossibile, invece, per la Fiom, secondo cui la scelta separata delle altre organizzazioni non fa altro che mettere il sigillo sulle decisioni dell'azienda. «La proposta della Fiat non è accettabile - spiega Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom - considerato che lo scorso anno ha avuto il miglior risultato di sempre nella gestione industriale e utili superiori ai 1,7 miliardi di euro».
Ieri mattina, le rsu di Mirafiori avevano indetto uno sciopero unitario. Come quello di martedì. Un corteo prima all'interno dello stabilimento, poi all'esterno, su corso Tazzoli, davanti alle Carrozzerie, cuore della protesta, dove l'adesione è stata del 90%. «La Fiat - sottolineava a caldo Giorgio Airaudo, segretario della Fiom torinese - dovrebbe riflettere, i lavoratori non capiscono perché in un anno in cui l'azienda si impegna all'estero e fa profitti non ci sia un riconoscimento per loro». Che la Fiat faccia affari, compri e investa, ma non li ripaghi di un premio dovuto, proprio non va giù. «Non possiamo pagare la crisi due volte» ribadiscono gli operai. Ma l'unità sindacale è effimera. Nel pomeriggio, arriva la notizia dell'accordo firmato a Roma da Fim e Uilm. Precipita anche sulle teste dei delegati, che si ritrovano spiazzati. Alcuni della Fim non ci stanno e decidono di scioperare insieme alla Fiom, dalle 20 alle 22. All'assemblea l'intervento di Tonino Regazzi, segreteria Uilm, suscita malumori. «L'accordo è motivo di divisione tra i lavoratori» commenta Ugo Bolognesi, rsu alle Carrozzerie. Per Fim e Uilm è positivo che l'azienda aggiunga «una tantum» di 200 euro ai dipendenti degli stabilimenti che nel 2009-2010 conquistino il livello di qualità «silver» rispetto allo standard Wcm. Sofismi. In verità, l'unico fatto positivo è che i 600 euro sarebbero erogati a tutti. «Tuttavia - fa notare la Fiom - questa cifra è pari, anzi inferiore, al puro ricalcolo dell'incidenza media della cassa sull'insieme dei dipendenti».
Per Rinaldini, le scelte di Fim e Uilm «sono una copertura sindacale a ciò che l'azienda aveva già deciso». Anzi, «questo comportamento si aggiunge alla scelta di procedere unilateralmente nella gestione della crisi con trasferimenti discrezionali da uno stabilimento all'altro, l'espulsione dei precari e i tentativi di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri». Secondo Rinaldini: «I duri conflitti sociali in atto sono solo responsabilità della Fiat».
Da il manifesto del 18 luglio
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