TORINO - Un cinema che guarda al futuro, senza dimenticare il passato. Che sperimenta e scopre nuovi talenti e, allo stesso tempo, recupera i classici e i lavori perduti. L'anima bifronte del Torino film festival macina film su film e ormai - superata la boa di metà settimana – si avvia alla chiusura. Ancora tre giorni. Finora il pubblico ha risposto più che bene: le code non sono cessate nemmeno in settimana. E ora sembrano anche sfumare le polemiche politiche che hanno scandito i giorni della rassegna. Ecco l'ultimo outing: l'ex governatore Enzo Ghigo (Pdl) vorrebbe Moretti direttore anche nel caso in cui il centrodestra vincesse la Regione. Per Nanni, l'ultimo giorno non sarà uno qualsiasi: scadrà il suo mandato e, probabilmente, svelerà se sarà ancora alla guida del Tff.
Tornando al programma, questa sera evento speciale al cinema Massimo (ore 20): sarà presentato Diario di un Maestro (1973), la versione restaurata dell'opera di Vittorio De Seta, il maestro del documentario italiano. Ma il film in questione è uno sceneggiato, nasce infatti come produzione per la Rai e racconta la storia di un giovane insegnante napoletano che, fresco di nomina, assume l'incarico in una scuola romana. La classe più scomoda e difficile sarà affidata a lui. Che fare? Proporre un nuovo metodo basato sul dialogo, ma che alle alte sfere non piacerà. La proiezione sarà anticipata da un incontro tra il regista (siciliano, classe 1923) e Moretti. Uno dei tanti duetti del festival. Come nell'Amore degli inizi, dove il direttore conversa con sei registi italiani alla fine della proiezione del loro film d'esordio. Oggi, sarà la volta di Salvatore Piscicelli, domani di Marco Tullio Giordana e sabato di Paolo Virzì. Sempre a proposito dell'occhio verso il passato, venerdì sarà anche il giorno de La classe operaia va in paradiso, restaurata dal Museo del cinema.
Per quanto riguarda invece lo sguardo rivolto al futuro, oltre al concorso principale (ieri ancora tutto esaurito per il tedesco L'Onda), alle 16,30 al Massimo 3 sarà la volta di Hunger: l'esordio al cinema del videoartista inglese Steve McQueen. Film di denuncia sulle torture subite dai prigionieri dell'Ira. Rimanendo sempre nel Regno Unito, una delle sezioni che ha riscontrato il maggior successo è British Renaissance, quasi 40 opere girate tra gli anni Settanta e
Ottanta accomunate da un fervido anti-tacherismo. Applausi, e anche risate, in sala per Michael Palin, attore dei Monty Python.
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