Ken Loach ha platealmente rifiutato il Gran Premio Torino.
Motivazione? Per il regista, il Museo del Cinema, o meglio, la
cooperativa Rear (che smentisce e, con il presidente Laus,
consigliere regionale Pd, minaccia querele) sfrutta i lavoratori.
Brutta tegola per la Torinodi Fassino alla vigilia del Film Festival
TORINO – In genere ci si limita ad attestati di solidarietà,alla stretta dimano al lavoratore, al minuto di microfono, alloslogan lanciato afavore di telecamera, allo striscione ospitato sulpalco. Però al premio, alla comparsata sul tappeto più o meno
rosso, spesso non si rinuncia. Si tratti di un regista, di un attore,
di un drammaturgo, di uno scrittore o di un intellettuale impegnato.
Ecco perché il gran rifiuto del Gran Premio Torino di Ken Loach fa
un certo effetto. Buca la società dell’eccitazione, crea un vuoto.
Sullo sfondo non c’è un grande conflitto o paladini da sostenere,
ma una piccola storia cittadina (le condizioni dei lavoratori di una
cooperativa), che però descrive bene il Sistema Torino, un tempo –
quello dei fasti chiampariniani – era un vanto, ora – nell’epoca
del debito – un’impalcatura che barcolla insieme alle sue
contraddizioni.
[CONTINUA]
Da Linkiesta del 22 novembre
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