Ex bancario ed ex sindacalista della Cisl, Alberto Perino è uno dei leader del movimento No Tav. Carismatico, battuta pronta, modi spicci, questa volta è davvero sconsolato. Anzi «incavolato nero». Ieri mattina, è tornato al presidio della Maddalena, sgomberato con violenza dalle forze dell'ordine. È andato con i camion dei Comuni per recuperare tutto il materiale abbandonato dopo la distruzione del presidio, «a testa alta e con dignità».
Perino, che situazione avete trovato alla Maddalena dopo lo sgombero di lunedì mattina?
Terribile. Sono ore che sono qui e ancora non mi capacito di quello che hanno potuto fare. Hanno devastato tutto, tagliuzzato le tende dei manifestanti, rubato abiti femminili. Addirittura, hanno fatto i loro bisogni dentro le canadesi. Davvero gesti infami, non da Stato democratico.
Qual è il clima in Val Susa e come sta il movimento?
Il movimento è più unito che mai. Non ci arrendiamo e non lo faremo mai. Continueremo a testa alta con le nostre ragioni e la nonviolenza. Lo sgombero della Maddalena non è stato una resa, noi andiamo avanti.
Si stanno svolgendo presidi e sit-in in tutta Italia in vostra solidarietà, che effetto vi fa?
Oggi (ieri, ndr) è una giornata difficile. Speravamo di portare in salvo qualcosa ma è un'impresa impossibile dopo la distruzione violenta che c'è stata. Quindi non riesco a tenere i collegamenti con tutti. Ma mi arrivano continuamente voci e informazioni. E non può che farci piacere, visto la nostra non è una lotta nimby. Riguarda tutti e riguarda il bene comune: il nostro paese, la nostra vita e quella dei nostri figli.
Quali saranno le prossime iniziative?
Ce ne saranno ogni giorno. Dopo la fiaccolata di Susa prepareremo la manifestazione nazionale di domenica (decisa in assemblea a Bussoleno) che dovrà essere grande e partecipata. Invitiamo tutti a venire a Chiomonte.
Da il manifesto del 29 giugno
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