Il referendum del 1946? Fu taroccato. I Savoia? Accettarono il falso risultato e sacrificarono la dinastia pur di risparmiare al popolo altro sangue e dolori. Il 17 marzo ha fatto rialzare la testa ai nostalgici del re. Così, in un piccolo paese alle porte di Torino, il sindaco (centrodestra con un fugace entusiasmo per Fli) ha dedicato una piazza al re di maggio, Umberto II, e chiede ai cittadini di esporre la bandiera tricolore. Repubblicana o sabauda, a giudicare dai manifesti…
Solo dall’alto, dalla cima della torre campanaria, sembra una piazza. Dal basso resta un incrocio tra due vie, Regina Elena e Conte Broglia. Uno slargo dove l’asfalto lascia spazio al battuto, all’estremità del borgo vecchio di Casalborgone, duemila abitanti sulla collina torinese. Un posto sonnacchioso, almeno fino a quando, proprio su quella “piazza”, si è scatenato un putiferio, tra fervori monarchici e appelli al presidente Giorgio Napolitano, accuse di «aver taroccato» il referendum del 1946 e riscosse repubblicane. Tutto, e non a caso, nei giorni che hanno preceduto questo 17 marzo di festa. [Continua]
Da Linkiesta, 17 marzo
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