Rinnovo contratto auto, luna di miele finita per Marchionne
Torino - Non è sempre così dolce l’american dream. E anche per il Lingotto il nuovo corso a stelle strisce non è privo di intoppi. La Chrysler, ormai targata Fiat, è attualmente impegnata nei negoziati con il sindacato Uaw (United Auto Workers) per il rinnovo del contratto del lavoro. E seppure sia tutto avvolto dal massimo riserbo, sembrerebbero ancora in alto mare. Oltreaceano non c’è la Fiom a cui imputare l’ingovernabilità delle fabbrica, ma la trattativa resta difficile e le posizioni tra la casa di Auburn Hills, guidata da Sergio Marchionne (da pochi giorni presidente della società), e l’organizzazione dei lavoratori, che siede nel cda, sono distanti. «Non siamo nemmeno lontanamente vicini a un accordo» ha riferito una fonte anonima al Detroit News.
Una prima distanza è quella sui salari, in particolare sulle paghe dei nuovi assunti: l’Uaw punta a ottenere un aumento delle retribuzioni degli “Entry-level Workers”. Secondo il presidente del sindacato Bob King i bassi stipendi dei neo-assunti metterebbero a rischio uno «stile di vita da classe media». Attualmente sono pagati 14 dollari l’ora, la metà di quanto prendono i dipendenti senior. Lavorano alla stessa catena di montaggio, ma con paghe diverse (e i malumori non sono più taciuti). I salari furono accettati in vista del rilancio dell’azienda - forse ora con qualche rimpianto - dallo stesso sindacato e approvati da un plebiscitario referendum.
Chrysler non commenta quelle che considera «illazioni» e con Gualberto Ranieri vice presidente delle comunicazioni Chrysler precisa: «Sta andando tutto come da copione». Alti e bassi sono fisiologici nei negoziati, ma i bene informati pensano che difficilmente si possa chiudere prima del 14 settembre, giorno in cui scadrà il contratto dei lavoratori delle tre sorelle di Detroit, Chrysler, Ford e General Motors. Sono coinvolti 113 mila lavoratori.
Quello in corso negli Stati Uniti è un negoziato molto importante, si tratta del primo dopo lo tsunami economico di due anni fa. La più avanti di tutte nelle trattative è la Gm. Ford è invece ancora a una fase iniziale e difficile. I lavoratori della storica casa di Deaborn hanno già minacciato lo sciopero. Eventualità invece impossibile in Chrysler e Gm: il sindacato non può scioperare in seguito all’accordo siglato con il governo Obama nel 2009 per il salvataggio delle due compagnie. Ultima questione i tagli sui costi sanitari: la Chrysler vorrebbe un maggiore e più diretto impegno da parte dei lavoratori nelle assicurazioni sanitarie. Contraria la Uaw, che però vuole trovare al più presto un accordo con Marchionne.
Da Il Secolo XIX del 9 settembre