Una volta c’erano le cassette, magari detestate per la bassa fedeltà ma in grado di raccontare un mondo. Più che duplicare, facevano biografia. Ora, in epoca digitale ormai inoltrata, al suo terzo album, Adem Ilhan sembra volerne raccogliere l’eredità. In Takes, il talentuoso cantautore inglese d’origine turca (già membro dei Fridge), taglia, cuce e personalizza le sue canzoni preferite, rileggendo dieci anni di indie-rock, dal 1991 al 2001. Smussa gli angoli degli originali e ne coglie l’essenza. Bastano voce, chitarra, piano, violino e inserti elettronici per un disco di cover eterogeneo e sorprendente.
Si va da Bedside Table Chef che fa proprio lo stile lisergico dei Bedhead, ma in una veste ancor più crepuscolare, a Oh my lover di Pj Harvey, per arrivare all’intima Slide di Lisa Germano. Dalla quarta all’ottava traccia Adem non sbaglia un colpo: la soffice melodia ritmata di Loro dei Pinback di cui conserva i cori, la splendida Hotellounge dei dEUS, l’eterea To Cure A Weakling + Boy/Girl song liberamente ispirata ad Aphex Twin e i crescendo di Starla degli Smashing Pumpkins. L’ipotetico lato B del mix tape si chiude con l’elaborata Gamera dei Tortoise, Unravel di Bjork (senza troppe smancerie), la disinvolta Invisible Man dei Breeders e la raccolta Laser Beam dei Low. Da autore a interprete, Adem non perde un centimetro della sua stoffa.