giovedì 8 marzo 2012

Tav, Plano: «Compensazioni? Solo frasi a effetto»


Genova - Sandro Plano è il presidente della Comunità montana della Val di Susa e Val Sangone. Persona mite ma ferma. Cattolico, Pd eterodosso: è contro l’alta velocità Torino-Lione. Una posizione che spesso l’ha portato a duri contrasti con il resto del partito oltre la Valle. Da anni, Plano e la sua giunta si battono contro il progetto Tav a colpi di ricorsi e delibere. E chiedono «un dialogo e un ascolto che non c’è mai stato».

Presidente Plano, il governo sostiene che siano solo due le amministrazioni contrarie al progetto, lei ribadisce che sono, invece, 23 comuni. Perché questa discrepanza sui numeri?

«La Val di Susa ha da sempre un fronte compatto di amministratori contrari al progetto. Sono ventitré i Comuni che hanno approvato una delibera contro la Tav. E non ce ne sono che si siano espressi chiaramente a favore. Il numero “due” (Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio, ndr) è riferito a quelli direttamente toccati dal cosiddetto progetto low cost, che, in realtà, non si sa bene cosa sia. Ripeto, se si vogliono considerare le amministrazioni contrarie sono 23 non 2».

Nel documento del governo sulla Torino-Lione, pubblicato oggi sul sito del governo , si parla, tra l’altro, di 135 milioni di euro di opere compensative per il territorio. La considerate una contropartita equa?

«Il governo aveva già sottoscritto un impegno con Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino per 300 milioni (Accordo di Pracatinat, ndr) di investimenti sul trasporto pubblico locale. Nessuno ha visto un euro. L’ultima proposta è stata un futuro stanziamento da parte del Cipe di 20 milioni di euro. Ora come allora riteniamo siano solo dichiarazioni a effetto»

Il Pd non partecipa alla manifestazione della Fiom perché ci sono i No Tav. In realtà, il No Tav invitato dai metalmeccanici della Cgil è lei, che tra l’altro è iscritto al Pd.

«Mi dispiace che la nostra segreteria abbia deciso questa linea. La Fiom ha vissuto ultimamente molte difficoltà, credo che un partito di centrosinistra debba stare vicino ai problemi sollevati dalle tute blu della Cgil e alla gente che la Fiom rappresenta. E non allontanarsene».

Cosa ne pensa della “campagna di de tesseramento” promossa dal Pd di Torino, ovvero non rinnovare la tessera a chi è filo No Tav?

«Mi sembra paradossale. In un mondo dove tutti tesserano tutti, pure i fantasmi, il Pd vuole escludere dalla sua organizzazione chi la pensa diversamente non sui valori del partito ma su una linea ferroviaria».

Come si può uscire dal “muro contro muro”?

«Se il governo continuerà a mostrare muscoli difficilmente se ne potrà uscire. Mi auguro che, finalmente, ci si fermi per riflettere. Insieme a ventitré sindaci ho lanciato un appello ai partiti per l’apertura immediata di un tavolo istituzionale che permetta un confronto nel merito della Torino-Lione partendo da posizioni non precostituite».